,

“1920 Strage a Palazzo (D’Accursio)”

 spettacolo  gratuito nell’ambito della pastasciutta antifascista di S. Giorgio di Piano 25 luglio 2021 ore 21:30
Spettacolo a ricordo della prima strage fascista italiana
La strage di Palazzo D’Accursio si compì il 21 novembre 1920, con una drammaturgia appositamente scritta da Simona Sagone, la compagnia teatrale dell’Associazione Culturale Youkali APS, rende omaggio allo storico Nazario Sauro Onofri autore de “La strage di Palazzo d’Accursio”, rappresentando teatralmente le vicende che hanno portato all’eccidio e con esso al consolidarsi del Secondo fascio di Bologna.
———————————————————————————————–
San Giorgio di Piano- giardino del Centro Sociale Falcone e Borsellino
via Fosse Ardeatine 5.
Dalle 19 pastasciutta antifascista (e piadine a pagamento)
ore 21:30 Spettacolo: “1920 Strage a Palazzo (d’Accursio).
Prenotazione obbligatoria per protocollo Covid:
Centro Sociale: 051/893250
ANPI: 360/330822
SPI-CGIL: 335/5768539
—————————————————
Lo spettacolo:
La drammaturgia parte a strage compiuta: Angiolina Zanardi, moglie dell’ormai ex sindaco di Bologna Francesco Zanardi, racconta l’immediata cacciata dei socialisti più in vista dalla città perché ritenuti moralmente responsabili della morte del consigliere d’opposizione Giordano avvenuta nella sala del Consiglio alla proclamazione a sindaco del socialista massimalista Ennio Gnudi.
Tornando indietro nel tempo saranno una risaiola di Persiceto e una ex operaia, ora licenziata, per il ritorno dei reduci nelle officine, a narrare le agitazioni contadine dell’ultimo anno e l’occupazione delle fabbriche del settembre del ‘20, insieme all’affacciarsi sulla scena cittadina delle prime squadre fasciste guidate da Leandro Arpinati. Il fascista Arpinati, più volte chiamato in causa nei primi tre quadri, compare in scena nel 4° quadro, come un’evocazione di pura voce, rappresentato nel momento successivo al primo pestaggio avvenuto nella cantina della sede del Fascio in via Marsala 30 ai danni del socialista Maganelli. L’ultimo quadro è la cronaca della giornata della strage, fino alla caduta a terra dei corpi in Piazza Maggiore e dentro il Palazzo comunale.
In scena l’attrice, autrice e regista Simona Sagone insieme al musicista polistrumentista Mirco Mungari. Costumi di Paola Martinelli Arlotti e Monica Ravaglia. La scena finale è realizzata con la partecipazione dell’attrice Sara Graci mentre Sonny Menegatti interpreta in voce Leandro Arpinati nel quarto quadro.
Lo spettacolo chiude idealmente un trittico apertosi con “Zanardi: pane e alfabeto” nel 2017 e proseguito con “Bologna ’14-’18 Il fronte delle donne” nel 2018, raccontando, sempre attraverso figure femminili, la Bologna del dopoguerra, agitata dai ripetuti scioperi ed occupazioni delle terre e delle fabbriche. Nelle campagne mezzadri, bovari, fittavoli e braccianti chiedono il rinnovo dei contratti agrari. In particolare l’attenzione di Federterra è centrata sulla chiusura del capitolato dei mezzadri perseguita attraverso metodi di lotta che riprendono quello utilizzato a Molinella nel 1914 con l’invio ai padroni della lettera di uscita dal fondo da parte di tutti i mezzadri.
Nel 1914 la stagione di lotta fu chiusa con l’episodio dell’eccidio di Guarda addossato al sindaco di Molinella Massarenti che dovette fuggire a San Marino dove rimase fino alla conclusione del processo, nel 1919, quando poté rientrare da uomo innocente in paese.
Il concordato noto come Paglia-Calda siglato il 25 ottobre 1920, che segnò la vittoria dei mezzadri e con loro di Federterra dopo anni di lotte, fu la scintilla, insieme alla vittoria schiacciante dei socialisti massimalisti alle elezioni comunali del 31 ottobre, che scatenò il desiderio di rivalsa degli industriali e degli agrari che non volevano rinunciare alla terra e alle fabbriche. Da qui il sostegno all’Associazione per la difesa Sociale e al Fascio rivitalizzato da Arpinati ed organizzato in squadre addestrate militarmente.
Il clima in città era stato surriscaldato nei mesi precedenti l’eccidio anche dalle occupazioni delle fabbriche iniziata il 4 settembre a Bologna, durante le quali gli operai sentivano ormai vicina l’istituzione dei soviet rivoluzionari per marciare verso la rivoluzione “come la Russia”. Ma già il 19 settembre a Milano, al Comitato nazionale della Confederazione Generale del Lavoro la proposta di Bucco, allora Segretario della Camera del lavoro di Bologna, di passare dall’occupazione alla rivoluzione, venne bocciata e, in tutta l’Italia, gli operai occupanti tornarono al lavoro in attesa di tempi più propizi.
In ogni passaggio della narrazione è presente direttamente o indirettamente la figura di Francesco Zanardi, non più sindaco dal 1919, ma parlamentare del Regno e Presidente dell’Ente Autonomo, che sostenne in ogni modo possibile la cittadinanza rispetto al rincaro dei prezzi al dettaglio come anche gli operai occupanti le fabbriche inviando viveri. Zanardi tentò di evitare scontri il giorno dell’insediamento della nuova giunta proponendo al Prefetto la soppressione della cerimonia. Non fu ascoltato e i suoi presentimenti luttuosi furono confermati dai corpi senza vita degli operai nella piazza e del consigliere di minoranza Giulio Giordano che diverrà poi il primo martire fascista per opera della propaganda.
Lo spettacolo è stato realizzato all’interno del progetto “STRA ‘900 ER: Storia teatro Astronomia in Emilia Romagna”, a cura di Associazione Youkali APS in partnership con UDI Bologna e Associazione Sofos, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna per il Bando Valorizzazione e divulgazione della Memoria e della Storia del ‘900 in Emilia Romagna e cofinanziato dal Bando LFA del Comune di Bologna attraverso il progetto “A teatro con la Storia del ‘900”.