Con la realizzazione dello spettacolo finale “Le regole del migrare”

30 ore. Incontri settimanali di 2 ore. Minimo 10 allievi massimo 25.

L’Associazione Culturale Youkali si propone di realizzare un progetto che prenda in considerazione le difficoltà relazionali ed espressive dei ragazzi/e considerando anche le situazioni di possibile disagio dovute all’inserimento, in gruppi già formati, di nuovi elementi siano essi studenti stranieri o provenienti da altre realtà scolastiche.
L’obbiettivo primario del progetto è utilizzare “il gioco del teatro” come recinto, giardino, in cui far germogliare la creatività dei fanciulli/e e dei ragazzi/e, a partire da situazioni teatrali di base, protette e giocose, che aiutano a superare difficoltà relazionali di varia natura ed origine e consentono di affrontare paure e blocchi espressivi linguistici e/o corporei.
In una società che si avvia ad essere sempre più globalizzante e interculturale, sembra paradossalmente più difficile, nel concreto, instaurare relazioni e dialoghi con l’altro, anche tra i più piccoli (sia il compagno di banco, l’amico straniero o “diverso” o l’adulto), spesso già condizionati dai pregiudizi dell’ambiente in cui vivono e bloccati nell’uso libero e totale delle loro potenzialità espressive sia attraverso la parola, la voce in generale che attraverso il corpo.
Ecco allora la necessità di acquisire sicurezze nella comunicazione e relazione con gli altri partendo dalla percezione del proprio corpo, e dalla scoperta del corpo dell’altro, l’uscire e decentrarsi da sé per scoprire la relazione Io-Tu e Io- Gruppo; di scoprire, giocando, le possibilità di movimento del corpo nello spazio e il legame corpo -respiro, respiro –ritmo; di liberare la voce indipendentemente e prima di qualunque significato linguistico; di trovare situazioni di comunicazione primarie, sia pure nella situazione comunicazionale di tipo teatrale, che si pongano come sub- strato per ogni tipo di scambio relazionale.
Accantonando inizialmente la questione del senso linguistico e della parola che significa, utilizzando esercizi sulla coscienza di sé, dello spazio occupato dal proprio corpo nello spazio e delle possibili proiezioni del corpo attraverso il movimento e il “lancio” della voce nel medesimo spazio e ancora, attraverso la sensazione della possibilità di comprensione dell’altro ancor prima di coinvolgere la parola, si potrà far sperimentare ai ragazzi/e la fiducia nelle proprie capacità e la fiducia nel gruppo.
In una seconda fase di lavoro si potrà usare la parola e frammenti di testi anche di lingue differenti, le lingue madri o i dialetti dei partecipanti, (prosa, canzoni, filastrocche, fiabe, poesie, racconti…) ed esplorarne la bellezza, la differenza di suoni, ritmi. Il laboratorio di creatività teatrale si potrà così costituire come luogo di recupero delle origini, luogo in cui i ragazzi/e possono scoprire o riscoprire l’identità originaria e così rafforzare la stima di sé e scegliere la propria identità nel confronto con altre identità etniche e culturali.

Da materiali sonori e gestuali semplici si arriverà a lavorare sulla complessità, sul montaggio di materiali drammaturgici eterogenei che vedano i ragazzi/e protagonisti, lungo tutto il processo creativo: ideatori, compositori ed esecutori delle partiture in un gioco di squadra che abitua all’ordine nel divertimento, alla solidarietà in vista di obbiettivi comuni.

L’asse portante del lavoro nelle sue fasi sarà il gioco teatrale come pretesto per lo sviluppo delle capacità relazionali e la crescita intellettiva – culturale dei ragazzi/e proprio attraverso l’immaginazione creativa.

L’intento non sarà tanto quello di formare degli attori- danzatori o dei cantanti, quanto quello di fornire ai giovani allievi le chiavi per scoprire le proprie capacità espressive e farne tesoro nella vita, qualunque saranno le loro future scelte professionali e il contesto sociale in cui si troveranno a vivere.